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Cor Unum 2016_1

Numero 1/2016

Cor Unum 2016_1

UN GIUBILEO… DOPPIO!
Anno giubilare doppio, questo, per il nostro Cor Unum!
La Rivista della Federazione “Madonna del Buon Consiglio” giunge al suo 50° anno di vita, e proprio nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia!
Questo numero non presenta un contenuto speciale, ma continua nel solco dei precedenti i suoi approfondimenti; unica nota differenziale: la presenza, in vari contributi, del tema della misericordia, sviluppato da differenti versanti.
Sr. Mariacarla Fantacci riflette sulla liturgia quale luogo di misericordia, accolta e invocata per tutti; prosegue la riflessione sulla Regola, affidata questa volta a Sr. M. Abir Hanna OSA, che ci aiuta a penetrare in profondità nel precetto: «condividete tutto». Sr. M. Lucia Giacchella OSA si sofferma a considerare la ricreazione quale ambito importante della nostra vita; Sr. Maria Carmela Procopio OSA propone una riflessione sulla formazione nella vita consacrata quale «cammino nella verità per la libertà»; Sr. M. Giacomina Stuani OSA presenta la figura di Madre Teresa Fasce quale donna di misericordia, sia verso le consorelle di cui fu abbadessa nel Monastero di Santa Rita a Cascia per 27 anni, sia verso “l’esterno”; e davvero possiamo vedere in lei un esempio di monaca “in uscita” ante litteram, per usare un’espressione tanto cara a Papa Francesco: creativa nel vivere la sua vocazione, in ascolto attento e profetico dei segni dei tempi, e insieme fedelissima allo stile di vita abbracciato. La rubrica In ascolto di S. Agostino propone questa volta il Discorso 366, che è tutto un invito a percorrere il pellegrinaggio della vita col sostegno e l’appoggio del «bastone della misericordia». Infine Sr. M. Franca Girola OSA ci accompagna, attraverso le varie tappe della preghiera della lectio divina, nell’ascolto e nella ruminatio di una delle scene evangeliche in cui il messaggio della misericordia risalta in tutta la sua bellezza: l’incontro di Gesù con la samaritana (Gv 4, 3-30).
È la Preside federale, Madre M. Monica Gianfrancesco OSA, ad accompagnarci, nell’Editoriale, in una riflessione di ampio respiro. Dopo aver tracciato una sintesi degli spunti più rilevanti colti dall’aver partecipato ad alcuni eventi ecclesiali importanti (il Congresso Internazionale per i Formatori e la settimana conclusiva dell’Anno della Vita consacrata, eventi entrambi organizzati dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica - CIVCSVA), rilancia a noi la domanda: come possiamo essere anche noi agostiniane, dal nostro versante di monache di vita contemplativa, “in uscita”? Come tradurre nella nostra vita il pressante invito del Papa? E propone una risposta, affidata alla nostra riflessione: è nel farci prossime che possiamo vivere la nostra “uscita”: «Farci prossime, vicine all’uomo; ascoltarne il cuore ferito; avere uno sguardo che sa considerare la storia in profondità. Anche: percorrere modalità nuove, suggerite dalla inesauribile creatività divina, per rendere la nostra vita, col suo tesoro di sapienza che supera le nostre persone, attingibile da chi ha fame di senso, da chi è povero di orientamento e bisognoso di un compagno di strada: fra questi i giovani hanno e non possono non avere un posto privilegiato».
Cinquant’anni sono simboleggiati da un metallo prezioso: l’oro. Quasi a dire: la fedeltà perseverata nel tempo, possibile non perché si resta pervicacemente attaccati ad un’idea iniziale, ma perché si è capaci di ritradurre in sempre inedite modalità quell’idea, aprendola a contenuti sempre nuovi e ulteriori, porta il peso della preziosità, affidabile e di buona lega come l’oro. In tempo di rapporti liquidi, di legami instabili, dove tutto ha breve durata, ancora si riconosce un quid pluris, un bene intrinseco lì dove la qualità di un legame è suggellata dallo scorrere del tempo. Cor Unum ci ri-corda, cioè riporta al nostro cuore il fatto che siamo legate, sia come Comunità che come Sorelle, da vincoli di amicizia e prossimità che portano con sé un suggello di cinquant’anni di storia condivisa.
Il Giubileo della misericordia è in pieno svolgimento. Non possiamo sapere quali frutti di grazia e di conversione stia producendo. Nei nostri parlatori più di una volta ci vediamo consegnare storie di riconciliazione e riavvicinamento rese possibili proprio dall’evento di grazia in corso.
Preghiamo, perché tutto questo accada anche per ciascuna di noi e per le nostre Comunità.
Che il Giubileo non passi lasciandoci tali quali ci aveva trovate all’inizio, ma lasci un segno profondo: rimargini, ove ve ne siano, le cicatrici di perdoni non scambiati, e lasci il profumo di relazioni rinnovate, di una ritrovata fraternità.
Così sia!
La Redazione

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